Aggiungo una cosa, ke si aggancia a quelle dette da Traiano.
Io personalmente, per scelta più ke per studio, sono arrivato al punto di rifiutare semplicemente ogni teoria ke identifiki un *buono* e un *cattivo*.
Ovvero ke divida qualunque fenomeno dell'universo in due categorie completamente distinte e distinguibili.
Per i ragionamenti marxisti ci siamo passati tutti perkè hanno cmq una radice interessante e di certo forniscono interessanti spunti per una visione un po' più approfondita dei rapporti di potere.
Però hanno un grosso limite, ovvero quello di indicare i capitalisti come sporchi e cattivi e invece il proletariato come poveri oppressi alla ricerca di riscossa.
Il problema è ke nn può esistere una parte senza l'altra, ovvero nn solo per una questione alimentare il proletariato in parte *ha bisogno* di essere diretto.
Se gli uomini sapessero governarsi da soli sarebbe diverso, ma nn è così.
Hanno bisogno di essere diretti, limitati, regolati ed incanalati.
Il prezzo dell'avere la strada prefabbricata è ke deve andare bene a tutti, in linea di massima, alla faccia delle diversità...e arriviamo quindi alle tue nevrosi.
Ma quanto in fondo ci sono necessarie quelle regole?
Il famoso orrore della libertà è dietro l'angolo ed è molto più paralizzante di quello ke si possa pensare.
Essere liberi significa anke vedere l'agghiacciante prospettiva della mancanza di uno scopo, di un senso, poikè, come sarebbe possibile anke ora in qualunque momento, nessuno ci impedirebbe addirittura di aprire la finestra e porre fine alla nostra vita assolutamente indisturbati.
Ecco perkè condivido molto di più quello ke dice Traiano: è sull'uomo ke bisognerebbe lavorare, sul renderlo più capace di autogestirsi, di nn temere se stesso e l'organizzazione sociale verrebbe da sé.
Condivido in pieno la frase ke dice ke il nostro peggior nemico, siamo noi stessi, nn gli altri.
Le nevrosi sparirebbero nn nel momento in cui venissero a cadere le regole (perkè potrebbe gerare solo anarkia), ma quando venissero a mancare in concomitanza con la consapevolezza dell'assoluta relatività della nostra esistenza e la completa assenza di controllo ke abbiamo su di essa.
Cosa nn facile.
Sarò idealista, ma condivido pienamente anke l'altra frase detta da Traiano.
Le mille teorie ke danno la colpa al sistema hanno fornito solamente centinaia di giustificazioni alla nostra inettitudine, fornendo scuse alla nostra debolezza e rendendo utopie quelle ke sarebbero cammini individuali troppo paurosi da percorrere.
Anke io nutro una profonda simpatia per le religioni e da tempo le studio perkè anke lì fioriscono le 'cattive interpretazioni'.
Volendo leggere tra le righe, ognuna di esse lavora di una sottrazione motivata per riportare alla nostra nullità, nn solo di vuoti precetti.
E anke se nn sono un credente, direi più agnostico, considero Gesù Cristo il più grande rivoluzionario della storia.