Antomarcya
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- Jul 29, 2013
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Posto questa storia, buona lettura.
Come ogni venerdi stavo tornando a casa dalla scuola in macchina.
In mia compagnia c'era Carolina, una bella ragazza che viene a scuola con me.
Una volta arrivati a casa sua mi invita a salire un attimo perchè mi doveva restituire un libro che le avevo imprestato.
Entrati in casa mi accorgo che non c'era nessuno. Mi fa accomodare sul divano, mentre lei si avvia in camera. Non faccio in tempo a sedermi che mi chiama "puoi venire quà un secondo?". Alzandomi dal divano la raggiungo.
Era seduta nel letto e in mano teneva dell corde, guardandomi più intensamente mi chiede "Ti va di giocare un po'?".
Incuriosito le rispondo "va bene, a che giochiamo?". Alzandosi dal letto mi dice "Voglio che tu mi leghi", ed io "e dopo che ti ho legato cosa ti faccio?" "quello che vuoi" mi risponde. Detto ciò iniziamo a spogliarci.
Una volta nudi lei si inginocchia e mi bacia i piedi.
Dopo si rizza e successivamente si sdraia sul letto. Prendo le corde e inizio a legarla.
Comincio, per primo, a legarle la caviglia del piede destro, poi di quello sinistro.
Assicuratomi che le due caviglie fossero ben legate ai bordi del letto, prendo dal comodino due manette.
Le incateno i polsi alla spagliera del letto in modo che formasse una "X".
Finito di legarla mi alzo dal letto e la guardo. Era la prima volta che vedevo dal vivo una bella ragazza nuda legata in un letto. La cosa ancora più bella e che era sotto il mio potere, vale a dire che potevo farle quello che volevo.
Io sono sempre stato un feticista dei piedi e Carolina lo sapeva e infatti mi dice "Allora che aspetti? Non me li annusi i piedi? Lo sai è più di una settimana che non me li lavo, devono puzzare molto."
A queste parole non riuscii a resistere e mi inginocchiai. Iniziai ad annusare per prima il piede destro. Lo tenevo stretto tra le mani e lo annusavo profondamente sotto le dita. Puzzava molto.
Era una cosa fantastica, stavo annusando i piedi alla ragazza dei miei sogni. Mi sono sempre piaciuti i piedi puzzolenti, e quelli di Carolina puzzavano molto.
Dopo che finii di annusare il piede destro passai a quello sinistro.
Anche esso, naturalmente, puzzava. Dopo qualche minuto, una volta che ero soddisfatto, mi alzai e guerdai in faccia Carolina.
Mi fece un sorriso e mi domandò "Allora? Puzzavano?" ed io con aria soddisfatta "Si, puzzavano molto" "Bene sono contenta, sapevo che ti piaceva annusare i piedi e quindi non me li era lavati da un po', sperando che tu me li annusassi" mi rispose, e poi ancora "Bè adesso che vuoi farmi? ricordati che siamo soli in casa e che non mi può sentire nessuno".
A queste parole non stavo più sulla pelle. Oltre ad annusare i piedi l'altra mia passione era il solletico. Avevo sempre sognato di fare il solletico.
Quando ero bambino mi appassionavano quei film dove venivano rapite delle ragazze, alle quali, per farle parlare, le sottoponevano alla tortura del solletico. E quì di fronte a me avevo una ragazza nuda e legata.
Così le risposi "non te lo voglio dire, deve essere una sorpresa". Detto ciò presi un fazzoletto e la bendai. Poi mi misi a sedere su una delle sue caviglie e cominciai a farle il solletico sulla pianta del piede destro.
Appena cominciai a solletirla urlò come una pazza "Nooooo! il solleeeeeeetico noooooooo!, ti pregoooo, noooooooo, non lo resistooooooo!". più che urlava e più che mi eccitavo.
Si contorceva a destra e a sinistra, ma essendo ben legata non poteva evitare la mia tortura. Durai per qualche minuto poi mi fermai per darle del fiato.
Mi misi a sedere sulla sua pancia. Le tolsi la benda e la guardai negli occhi.
Stava piangendo, e con voce piena di pianto mi disse "ti prego, tutto ma non il solletico, non lo resisto" "ma se ti piace" le risposi. Infatti quel giorno che le confessai di essere un feticista lei mi disse che le sarebbe piaciuto essere torturata col solletico.
Terrorizata mi rispose "Ma quel giorno te lo dissi prchè avevo visto un film in cui una ragazza veniva torturata.
Ma non potevo sapere che era così tremendo. Ora ti supplico slegami".
Pensai per un attimo, poi capìì che non avrei avuto un'altra occasione e così le risposi "No mi dispiace ma non ho finito" detto ciò cominciai a solletirla sotto le ascelle.
E lei di nuovo "nooooo! ti prego basta! piedtaaaa!". Le stavo solleticando le ascelle e la sua testa si muoveva a destra e a sinistra come una pazza. Urlava e piangeva.
In quel mentre entrò nella stanza la madre di Carolina, la signora Anna. Anche lei come la figlia era un bella donna. Vedendo la sua ragazza nuda, legata e solleticata da un ragazzo nudo, rimase impressionata. Si mise a sedere ed io le spiegai la situazione.
Incredula si gettò ai miei piedi e baciandomeli mi chiese "Ti prego, lascia mia figlia. Prendi me al posto suo". Detto ciò legai Anna, naturalmente nuda, sul letto e dopo averle annusato i piedi e solleticata da tutte le parti (piedi, fica, pancia, ascelle) ordinai alla figlia di defecare in bocca alla madre.
La figlia mi obbedì subito e cacò in bocca della madre. Dopo di che soddisfatto slegai anche la madre la quale, ormai, era doventata, assieme alla figlia, una docile schiava.
Tutti i venerdì infatti, quando riportavo a casa Carolina, si ripeteva sempre la stessa storia.
Come ogni venerdi stavo tornando a casa dalla scuola in macchina.
In mia compagnia c'era Carolina, una bella ragazza che viene a scuola con me.
Una volta arrivati a casa sua mi invita a salire un attimo perchè mi doveva restituire un libro che le avevo imprestato.
Entrati in casa mi accorgo che non c'era nessuno. Mi fa accomodare sul divano, mentre lei si avvia in camera. Non faccio in tempo a sedermi che mi chiama "puoi venire quà un secondo?". Alzandomi dal divano la raggiungo.
Era seduta nel letto e in mano teneva dell corde, guardandomi più intensamente mi chiede "Ti va di giocare un po'?".
Incuriosito le rispondo "va bene, a che giochiamo?". Alzandosi dal letto mi dice "Voglio che tu mi leghi", ed io "e dopo che ti ho legato cosa ti faccio?" "quello che vuoi" mi risponde. Detto ciò iniziamo a spogliarci.
Una volta nudi lei si inginocchia e mi bacia i piedi.
Dopo si rizza e successivamente si sdraia sul letto. Prendo le corde e inizio a legarla.
Comincio, per primo, a legarle la caviglia del piede destro, poi di quello sinistro.
Assicuratomi che le due caviglie fossero ben legate ai bordi del letto, prendo dal comodino due manette.
Le incateno i polsi alla spagliera del letto in modo che formasse una "X".
Finito di legarla mi alzo dal letto e la guardo. Era la prima volta che vedevo dal vivo una bella ragazza nuda legata in un letto. La cosa ancora più bella e che era sotto il mio potere, vale a dire che potevo farle quello che volevo.
Io sono sempre stato un feticista dei piedi e Carolina lo sapeva e infatti mi dice "Allora che aspetti? Non me li annusi i piedi? Lo sai è più di una settimana che non me li lavo, devono puzzare molto."
A queste parole non riuscii a resistere e mi inginocchiai. Iniziai ad annusare per prima il piede destro. Lo tenevo stretto tra le mani e lo annusavo profondamente sotto le dita. Puzzava molto.
Era una cosa fantastica, stavo annusando i piedi alla ragazza dei miei sogni. Mi sono sempre piaciuti i piedi puzzolenti, e quelli di Carolina puzzavano molto.
Dopo che finii di annusare il piede destro passai a quello sinistro.
Anche esso, naturalmente, puzzava. Dopo qualche minuto, una volta che ero soddisfatto, mi alzai e guerdai in faccia Carolina.
Mi fece un sorriso e mi domandò "Allora? Puzzavano?" ed io con aria soddisfatta "Si, puzzavano molto" "Bene sono contenta, sapevo che ti piaceva annusare i piedi e quindi non me li era lavati da un po', sperando che tu me li annusassi" mi rispose, e poi ancora "Bè adesso che vuoi farmi? ricordati che siamo soli in casa e che non mi può sentire nessuno".
A queste parole non stavo più sulla pelle. Oltre ad annusare i piedi l'altra mia passione era il solletico. Avevo sempre sognato di fare il solletico.
Quando ero bambino mi appassionavano quei film dove venivano rapite delle ragazze, alle quali, per farle parlare, le sottoponevano alla tortura del solletico. E quì di fronte a me avevo una ragazza nuda e legata.
Così le risposi "non te lo voglio dire, deve essere una sorpresa". Detto ciò presi un fazzoletto e la bendai. Poi mi misi a sedere su una delle sue caviglie e cominciai a farle il solletico sulla pianta del piede destro.
Appena cominciai a solletirla urlò come una pazza "Nooooo! il solleeeeeeetico noooooooo!, ti pregoooo, noooooooo, non lo resistooooooo!". più che urlava e più che mi eccitavo.
Si contorceva a destra e a sinistra, ma essendo ben legata non poteva evitare la mia tortura. Durai per qualche minuto poi mi fermai per darle del fiato.
Mi misi a sedere sulla sua pancia. Le tolsi la benda e la guardai negli occhi.
Stava piangendo, e con voce piena di pianto mi disse "ti prego, tutto ma non il solletico, non lo resisto" "ma se ti piace" le risposi. Infatti quel giorno che le confessai di essere un feticista lei mi disse che le sarebbe piaciuto essere torturata col solletico.
Terrorizata mi rispose "Ma quel giorno te lo dissi prchè avevo visto un film in cui una ragazza veniva torturata.
Ma non potevo sapere che era così tremendo. Ora ti supplico slegami".
Pensai per un attimo, poi capìì che non avrei avuto un'altra occasione e così le risposi "No mi dispiace ma non ho finito" detto ciò cominciai a solletirla sotto le ascelle.
E lei di nuovo "nooooo! ti prego basta! piedtaaaa!". Le stavo solleticando le ascelle e la sua testa si muoveva a destra e a sinistra come una pazza. Urlava e piangeva.
In quel mentre entrò nella stanza la madre di Carolina, la signora Anna. Anche lei come la figlia era un bella donna. Vedendo la sua ragazza nuda, legata e solleticata da un ragazzo nudo, rimase impressionata. Si mise a sedere ed io le spiegai la situazione.
Incredula si gettò ai miei piedi e baciandomeli mi chiese "Ti prego, lascia mia figlia. Prendi me al posto suo". Detto ciò legai Anna, naturalmente nuda, sul letto e dopo averle annusato i piedi e solleticata da tutte le parti (piedi, fica, pancia, ascelle) ordinai alla figlia di defecare in bocca alla madre.
La figlia mi obbedì subito e cacò in bocca della madre. Dopo di che soddisfatto slegai anche la madre la quale, ormai, era doventata, assieme alla figlia, una docile schiava.
Tutti i venerdì infatti, quando riportavo a casa Carolina, si ripeteva sempre la stessa storia.
