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Storielle Senza Pretese.

TKMarick

TMF Expert
Joined
Jan 21, 2007
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16
Ciao, cari compagni solleticofili.
Leggevo pochi giorni fa la domanda posta da Luciano e le vostre risposte e opinioni:
E’ giusto o è troppo rischioso parlare apertamente a tutti delle nostra passione o eccitazione per il solletico?
Tenterò di rispondere alla domanda proponendovi un paio di storie. Due chicche solleticose e, definiamolo così, un pacco.

STORIA 1. Conosco una ragazza tramite amici. Usciamo inizialmente in gruppo. Mi piace perché ha gambe lunghe. Ride spesso e ride sonoramente. Mi faccio la rituale domanda: chissà se soffre il solletico? Ci piacciamo a vicenda e questo non è proprio difficile da capire, quando avviene. Iniziamo ad uscire più spesso da soli. Ogni volta che racconto qualcosa di spiritoso lei ride. Di meno spiritoso, lei ride ugualmente. Mi RIfaccio la fatidica domanda e mi convinco che di modi per avere una risposta non ce ne sono molti. Siamo in sufficiente confidenza. “Ma la smetti di ridere sempre?” le stuzzico un fianco. Risata voluminosa con balzo contorsivo! Risposta affermativa. Si asciuga le lacrime con un sorriso divertito e la serata prosegue. La nostra storia anche. Abita da sola e una sera sono a cena da lei. Serata Zelig in TV e risate che si sprecano. Decido che anch’io, per essere all’altezza del miglior cabaret, dovrei farla ridere quantomeno allo stesso modo. Approfitto di una sua frase “A me sto tipo qua mi fa troppo ridere!” e vado via liscio “Ma più o meno di me quando ti faccio solletico?”. Stavolta ne approfitto e glie ne faccio un po’ più del solito. La risposta non è solo verbale e in ogni caso inequivocabile: Zelig la fa ridere decisamente molto meno del solletico! Apprezzo questa cosa buona e giusta! Zelig finisce e ci troviamo nella sua stanza ad ascoltare musica, o almeno questa è la scusa che ci diamo. Siamo distesi spalla a spalla sul suo letto. La stuzzico ancora un po’, ma senza grandi intenzioni. Allora parte lei. Mi provoca per prima, stavolta. Tenta ripetutamente di farmi il solletico. Si impegna davvero. Io faccio finta di lasciar correre, ma incasso con piacere. Non soffro molto il solletico e accentuo un po’, fingendo agitazione. Lei si convince e prende gusto. A questo punto prova ad affondare il colpo. Tenta di immobilizzarmi. Bella mossa, penso io, ma un po’ azzardata. Si vede che non teme conseguenze.
Io fingo di essere in difficoltà, di non aspettarmi il suo attacco. Lei insiste e io non mi libero. Prova del nove. Se lei smette dimostra di voler stare entro certi limiti. Ma quali limiti? Lei è convinta di avere nel pugno il manico del coltello e alza il tiro. Tenta di aggrovigliarmi le gambe e mi solletica con intenzione sotto i piedi. Non l’avesse mai fatto! Ma l’ha fatto, penso dentro di me! Lei crede che io rida per il solletico e mica si ferma. Bastardella la signorina! Io esagero a ridere, perché voglio la conferma della sua assenza di compassione. Mi servirà per dopo. Esagero e chiedo pietà! Mi arrendo a parole e mi dichiaro sconfitto, pur mantenendo la mente lucida. Non lo soffro più di tanto, ma lei non lo sa.. E che si permette di fare? Mi provoca e mi irride, insistendo col solletico! Ormai sembro uno straccio e lei, che si sente forte, abbassa la guardia. Ci metto poco a risollevarmi e capovolgere la frittata. Lei non si aspetta tanta rapidità e io ora ho preso vantaggio. Tenta di impietosirmi, ma non riesce a frenare il riso, quello che a certe persone scappa già in anticipo, perché dichiaro fin da ora che cerco vendetta. Lei si agita e ride sempre più forte. Il riso la indebolisce e non ce la fa a districarsi. Strilla, perché già sa cosa l’aspetta, ora che la sua fuga diventa sempre più improbabile. Le profetizzo un’imminente vendetta e lei si contorce. Tenta la fuga, ma questa è la mossa che aspettavo. Colgo l’attimo e la spingo verso il vuoto. Lei perde il controllo dei movimenti e si sente cadere verso il pavimento. D’istinto si allunga, per riequilibrarsi, mentre io le trattengo le gambe al letto. Lei finisce di pancia sul tappeto. Non faccio sforzi, perché lei incastra le sue caviglie tra le mie gambe, per far leva e risollevarsi. Questa era la mossa che aspettavo. Le afferro le gambe e glie le rigiro. Lei si sente roteare e ricade, stavolta di sedere sul tappeto, con le due ginocchia a bordo materasso. Da lì diventa dura scappare. A me è sufficiente stringere le sue caviglie tra le mie cosce e… trac, tutto perfetto, ora che le piante dei suoi piedi nudi mi guardano in faccia. BINGO! “E adesso come la mettiamo?” agito le dita verso l’aria, mostrandogliele come una promessa. Mi getto a sbafo sui suoi piedi e… DOPPIO BINGO! La sua risata è un botto nella stanza. Mai sentita ridere a quel volume. Parlo, ma non sono nemmeno sicuro che mi senta. “Adesso ti faccio vedere io!”. Lei ride come una furia. Rimbalza più volte sul tappeto, ma non c’è niente da fare. Rallento il ritmo perché voglio essere certo che mi senta “Te la faccio pagare cara!” e do un altro affondo. Poi stacco “Carissima te la faccio pagare!”.Ora lei mi ha sentito e c’è più gusto nel ammirare la sua espressione. Eppure non ce la fa a sottrarre i piedi da quella perfetta prigione. A questo punto vado con l’affondo decisivo. TRIPLO BINGO! Lei esplode, ma io mi posso permettere di non fare una piega. Perciò nemmeno ci penso a farla e me la godo fino in fondo! Sono talmente stordito dalla sua reazione favolosa, che perdo un po’ l’idea si spazio e di tempo. Ma credo di soffermarmi, nel complesso, un bel paio di minuti a solleticarle le piante come dio comanda! Lei soffre il solletico all’eccesso, ma queste sono le regole del gioco!
STORIA 2. Trattandosi del pacco, sarò breve. Conosco una ragazza che solo l’idea del solletico le fa perdere il controllo. Ma più che altro la infastidisce. Il solletico non solo la agita, ma la indispone. Entriamo più volte nel discorso e lei, come parlasse al suo medico, mi manifesta tutto la sua intolleranza. Infatti nemmeno ride. Si contorce e fa smorfie di insofferenza. Scopro che non è un bel gioco neanche per me. Cosa faccio? Niente, cari amici. In questo caso piglio e porto a casa. Tra l’altro non succede nemmeno più di tanto, perché decide di rimanere fedele al ragazzo. Più pacco di così!

STORIA 3. La più lunga di tutte in termini di frequentazione e di solletico affibbiatole. Qui gli episodi sono numerosi e li elenco in sintesi, senza troppi dettagli. La conosco tramite una collega di lavoro. Lei fa ancora l’università, ma insite con la mia amica, perché mi vuole conoscere (questo però vengo a saperlo solo dopo). La mia amica non mi dice niente e finge un incontro casuale. Programmiamo una serata. La seconda volta la mia amica è fuori città e organizziamo di andarla a trovare. “Ci conviene viaggiare con una macchina sola” mi offro per il passaggio. Statale bloccata e ritardassimo. Telefono che non arriveremo mai! Lei ride “Chissà quella cosa penserà di noi!”. Io capisco la malizia “Beh, l’incidente l’hanno annunciato per radio!”. “Si vede che è destino che dobbiamo restare soli, noi due!”. Sento che non è un dispiacere e così si comincia ad uscire. Io 33 anni, lei 21. Non so ancora se è culo o solo curiosità! Comincio ad osservarla meglio e mi convinco che è culo! Ridi di qua, scherza di là, si arriva al nocciolo. Soffre il solletico come ne ho conosciute poche. Peccato che è inverno e non posso vedere cosa nasconde dentro le scarpe. Tira aria di avventura veloce, perciò spero che il tutto duri abbastanza per verificare. Il solletico comincia a diventare sempre più frequentemente il nostro gioco. Lei fa di tutto per provocarmi. Io non mi tiro indietro per niente. Glie lo scrivo anche negli sms. “Appena mi capiti a tiro vedi…”. “Non tirare troppo la corda…” “Ridi ridi, che poi ti faccio ridere io…” ecc ecc.
Lei ha una casa in Liguria. Ci finisce a Natale, con la scusa di preparare un esame. I suoi tornano e lei mi invita. Per farle compagnia, dice. Ci massaggiamo telefonicamente. Io una volta la stuzzico. Lei risponde “Ha Ha,! Non penserai di farmi ridere?”. Io ribatto “Ricordati che so benissimo come farti ridere!”. Il giorno dopo ci sentiamo, che mi deve spiegare la strada. La sera mi lancia l’ultimo sms di scherno “Ha ha. Le tue minacce mi fanno solo ridere!”. Io la avverto “Ti faccio ridere per tre giorni!”. Poi penso tra me e me: ma lo avrà capito che parlo sul serio? Bene, col senno di poi, posso affermare con certezza che l’aveva capito benissimo. Non stò a descrivere le varie situazioni. Momenti brevi, altri più lunghi. Alcune vestiti, per lo più mezzi nudi. Abbiamo anche consumato tutto il resto, ma vi confesso che i due momenti che ricordo con più piacere sono due. La prima volta che l’ho svestita, solleticandola. O forse sarebbe meglio dire che l’ho solleticata svestendola. La seconda dopo che, persa una scommessa, ha subito l’inesorabile punizione del solletico sotto i piedi.
La curiosità che più mi è rimasta impressa è che lei non era mai scalza. Nemmeno quando dormiva di notte. Solo l’ultima sera siamo arrivati a parlarne. Il motivo è che si vergognava dei suoi piedi (che assurdità, erano deliziosi!). Si imbarazzava a mostrarli. Diceva che fin da bambina si sentiva a disagio nella situazione di dover scoprire i piedi. Erano una parte del corpo che non le piaceva per niente. Da lì la mia affermazione contraria, la sua provocazione, la nostra scommessa e la spettacolare penitenza finale. Quella sera pensavo di giocare a carte fin troppo scoperte e devo confessare che di quei suoi favolosi piedini non mi sono davvero perso niente. Forse è stato un bene, o forse no.
Di fatto lei mi ha poi confessato di non poter quasi credere a quanto fosse successo. Non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse spingersi a solleticarle i piedi tanto a lungo! Ammetto di aver provato un certo imbarazzo di fronte a quella chiara evidenza e non ho potuto che cercare di ridurre l’episodio ad una penitenza meritata.
Purtroppo non mi sbagliavo, quando annusavo puzza di avventura veloce e poco dopo la favola è morta lì. Ogni tanto ci penso ancora, ma questa è un’altra storia!

Bene, considerando dunque questi episodi, che non rappresentano certo eventi eccezionali nel panorama giochi e scherzetti di coppia, mi sento di dire che se avessi espresso a loro la mia intensa passione per il solletico, non avrei certo suscitato alcuna perplessità. Credete che non l’abbiano ben capito anche da sole? Alcuni gesti possono risultare più espliciti di molte parole. Da qui a raccontare loro di quanto sia eccitante gironzolare per certi siti internet ce ne passa, non credete? Un conto è giocare col solletico spingendosi un po’ oltre il limite comune. Un conto è affermare: “Il mio desiderio è legarti al letto e riempirti di solletico, come mostrano in certi videoclip, in particolare sul Tickling Media Forum, di cui sono assiduo visitatore!”. Quanto mi diverta gironzolare per certi siti preferisco lasciarlo immaginare a voi. Non che loro siano state per me persone meno meritevoli, ma noi siamo noi e non credo sia necessario, né tanto meno utile, confessare a chiunque i nostri più intimi desideri o passioni. Tanto chi ci sta vicino non ci mette molto a capirlo.

Abbracci e solletico a tutti.
TKMarick.
 
"Uhlo...ma questo c'ha sale nella zucca...e ha scritto pure delle storie vere!!!!"
"Naaaaa...roba da nn credere....e adesso a ki do la colpa quando nn batto kiodo e invece 'sto qua fa 'ste robe come niente?!"
"Porca troia ma sarà vero ke ci sgamano prima ancora di iniziare?"
"Eh ma nn si può mai stare tranquilli a 'sto mondo...."
"Colpa del governo..."
"Eeeh già...nn ci son più le mezze stagioni."
 
Non ci sono più le divinità etrusche.
 
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