IlariettaBG
TMF Regular
- Joined
- Nov 8, 2013
- Messages
- 201
- Points
- 0
Se aveste avuto occasione di conoscere Francesca, vi sareste sicuramente fatti l'idea di una ragazza solare e disponibile, di indole mite e sempre pronta a dare una mano al prossimo. Parlare con lei era piacevole e distensivo, tanto era in grado di mettere le persone a proprio agio trovando sempre la parola giusta da dire al momento giusto. Nel suo sorriso e nel suo sguardo da ragazza 22enne, avreste sicuramente intravisto i riflessi di un temperamento spensierato, di quella spensieratezza tipica della sua età che spesso si mescola di quell'ingenuità di chi è ancora troppo giovane.
Questa è l'idea di fondo che io o voi ci saremmo fatti qualora avessimo incontrato Francesca per la prima volta.
Quello che non potreste assolutamente immaginare e che in realtà Francesca celava un incredibile segreto, che poco si intonava alle caratteristiche del suo carattere: se ve l'avessero detto, probabilmente avreste fatto fatica a crederci, ma la verità era che Francesca in fondo all'animo era una perfida e sadica torturatrice. O per meglio dire (anche se questa parola suona male nella lingua italiana) era un tremenda solleticatrice. Si, perché la ragazza dava sfogo alla sua indole di torturatrice, tormentando con il solletico chiunque le capitasse a tiro.
Principalmente Francesca si divertiva a tormentare le proprie amiche e conoscenti. Tutte, almeno una volta, erano state testate da Francesca, che aveva sempre trovato il modo di farsi rivelare dalle amiche se e quanto, e sopratutto dove, soffrissero il solletico. Alcune volte aveva avuto l'informazione semplicemente ponendo la domanda e le amiche, vedendola come una questione di poca importanza, le avevano risposto onestamente, rivelandole i loro punti deboli.
Era facile fidarsi di lei, e probabilmente anche voi vi sareste lasciati ingannare da tanta apparente affabilità. E poi, diciamocela tutta, Francesca è una ragazza estremamente furba ed era molto brava a portare il discorso sull'argomento di cui voleva parlare, al punto che la domanda vi sarebbe sembrata del tutto naturale. Avrebbe posto la domanda al momento giusto e con la giusta intonazione, in un tono che sarebbe suonato come confidenziale, ma con una punta di ironia; così, conviti dell'innocenza della domanda, probabilmente anche voi avreste risposto.
E quando non era possibile avere un risposta verbale, Francesca era brava a trovare qualche stratagemma trovare la risposta da sè. Doveva solo aspettare il momento opportuno per mettere alla prova le sue vittime. Con i suoi occhietti vigili teneva monitorata la situazione e quando vedeva che c'era la possibilità di solleticare la malcapitata preda, era raro che se la lasciasse scappare. Osservandola solo per poche ore, avreste visto quanto facilmente trovava un pretesto per mettere le mani su qualche amica: avreste visto, ad esempio, volta una sua amica alla cassa del bar che insisteva per pagare entrambi i cocktail, mentre Francesca sosteneva che era il suo turno di pagare il conto. E come avrebbe potuto fare per impedire all'amica di prendere il portafoglio dalla borsetta? Stando dietro di lei era stato semplicissimo affondare le sue dita solleticatrici nei fianchi indifesi dell'amica che per di più non si aspettava l'attacco. Oppure qualcuna delle sue amiche vi avrebbe raccontato di una delle non poche volte in cui, per organizzare un'uscita tra ragazze, la scelta su chi avrebbe dovuto guidare, era terimata con Francesca seduta sul sedile del passeggero e le risate dell'amica raggomitolata sull'asfalto dopo uno dei suoi tremendi attacchi di solletico.
Spesso Francesca amava avvicinarsi alle spalle, e poggiare non vista entrambe le mani sui fianchi della malcapitata vittima. Quando la ragazza si sentiva afferrare per i fianchi capiva immediatamente cosa le sarebbe toccato, ma ormai le stato impossibile difendersi. Francesca percepiva lo stato di rassegnazione dell'amica e prima di iniziare a solleticarla, attendeva volutamente qualche istante, solamente per darle tempo di implorare di essere risparmiata. Cosa che non avveniva mai e puntualmente la ragazza di turno veniva solleticata fino a ritrovarsi senza fiato e in ginocchio, oppure rannicchiate sul pavimento.
Naturalmente tutti questi gesti era visto dalle amiche come una serie di dispetti innocenti. Nessuna di loro aveva idea dell'eccitazione che Francesca provava nel torturarle e di vederle annaspare sotto le sue abili dita solleticatrici, e nel sentire le loro risatine sconnesse.
Francesca lavora in un piccolo ufficio di consulenza e formazione, nel quale svolgeva il ruolo da segreteria e come tale si conformava a molti stereotipi della sua professione: sul lavoro l'avreste sempre vista impeccabile e puntuale, affabile con tutti, ed era particolarmente brava a parlare con i clienti sia nelle conversazioni di lavoro sia di persona quando i clienti venivano presso la loro sede; ad ognuno di loro riservava sempre un sincero sorriso di benvenuto ed una buona parola. Tutta questa cortesia, unita ad un buon caffè caldo, che la ragazza sempre si premurava di preparare, ponevano sempre il cliente nel giusto stato d'animo per affrontare nel migliore dei modi qualsiasi questione lavorativa, anche la più difficile.
Francesca in ufficio era la ragazza più giovane, me nonostante questo era probabilmente quella più in gamba, quella cioè che doveva ricevere i clienti più importanti e che doveva affrontare le questioni più delicate.
L'ufficio dove lavorava Francesca apparteneva ad una grande azienda, ed insieme a lei lavoravano altre tre giovani ragazze, tutte come segretarie. Francesca aveva stretto rapidamente amicizia con tutte loro al punto che, oltre ad andare essere affiatate aiutandosi l'un l'altra sul posto di lavoro, si sentivamo spesso anche fuori dall'ufficio e talvolta si vedevano la sera o nel fine settimana. Dopo quello che vi ho raccontato di Francesca, non vi sarà difficile ipotizzare che la ragazza si divertisse a solleticare le colleghe, così come vi ho detto che faceva con le amiche. E potreste anche immaginare che, trascorrendo fianco a fianco con loro otto ore al giorno, le occasioni di farlo non le mancassero. In realtà Francesca in ufficio non faceva nulla di tutto questo: sul posto di lavoro si era imposta di dimostrare massima professionalità, astenendosi dai suoi soliti dispetti. Non voglio dire che Francesca non provasse il desiderio di torturare, almeno un po', le sue colleghe. La ragazza in effetti provava questo impulso quotidianamente, ma era anche una ragazza molto determinata e come si era imposta di non coinvolgere mai nessuna delle sue colleghe nei suoi solleticosi dispetti, così fece.
A questo punto forse vi starete chiedendo perché ho cambiato argomento e vi sto adesso parlando del lavoro che svolgeva Francesca. Io stessa devo ammettere di avevi visti più coinvolti quando vi parlavo dei dispetti, che poi solo dispetti non sono, che Francesca faceva alle sue amiche. Ma non per questo ho ritenuto di trascurare il contesto lavorativo in cui viveva la ragazza. Non ho proprio potuto evitarlo perché è proprio tra le colleghe dell'ufficio che Francesca conobbe quella che sarebbe diventata la compagna perfetta per dare dare sfogo ai suoi impulsi solleticosi, anche quelli più perfidi, cosa che non le era stato possibile fare in passato con nessuna delle sue amiche.
Forse ora alcuni di voi staranno obiettando che avevo detto, giusto qualche riga prima di quella che state leggendo adesso, che Francesca si era astenuta dal fare qualsiasi dispetto alle colleghe di lavoro. Ricordo bene di averlo scritto, ma in questo caso devo ammettere di avervi dato un'informazione imprecisa. Forse ricorderete anche che vi ho detto che Francesca, con i suoi 22 anni, era la ragazza più giovane dell'ufficio. Ed anche in questo caso ho detto qualcosa di impreciso. In realtà tutto quello che ho detto era vero, ma era vero solo inizialmente, cioè fino a quando venne assunta in azienda una nuova segretaria, una ragazza di soli 19 anni, che avrebbe lavorato nello stesso ufficio dove lavorava Francesca.
La prima volta che Francesca vide la nuova segretaria fu, ovviamente, il giorno della sua assunzione. Quando le due ragazze si strinsero la mano per presentarsi, Francesca provò una strana e piacevole sensazione dentro di lei, come se qualcosa le dicesse che sarebbero presto diventate ottime amiche e che sarebbero andate molto d'accordo. Incrociando lo sguardo della ragazza, Francesca sentì un brivido alla schiena e non poté trattenere uno sorriso che molti di voi avrebbero considerato eccessivamente malizioso da esibire sul posto lavoro; la nuova segretaria le sorrise allo stesso modo.
TO BE CONTINUED
Questa è l'idea di fondo che io o voi ci saremmo fatti qualora avessimo incontrato Francesca per la prima volta.
Quello che non potreste assolutamente immaginare e che in realtà Francesca celava un incredibile segreto, che poco si intonava alle caratteristiche del suo carattere: se ve l'avessero detto, probabilmente avreste fatto fatica a crederci, ma la verità era che Francesca in fondo all'animo era una perfida e sadica torturatrice. O per meglio dire (anche se questa parola suona male nella lingua italiana) era un tremenda solleticatrice. Si, perché la ragazza dava sfogo alla sua indole di torturatrice, tormentando con il solletico chiunque le capitasse a tiro.
Principalmente Francesca si divertiva a tormentare le proprie amiche e conoscenti. Tutte, almeno una volta, erano state testate da Francesca, che aveva sempre trovato il modo di farsi rivelare dalle amiche se e quanto, e sopratutto dove, soffrissero il solletico. Alcune volte aveva avuto l'informazione semplicemente ponendo la domanda e le amiche, vedendola come una questione di poca importanza, le avevano risposto onestamente, rivelandole i loro punti deboli.
Era facile fidarsi di lei, e probabilmente anche voi vi sareste lasciati ingannare da tanta apparente affabilità. E poi, diciamocela tutta, Francesca è una ragazza estremamente furba ed era molto brava a portare il discorso sull'argomento di cui voleva parlare, al punto che la domanda vi sarebbe sembrata del tutto naturale. Avrebbe posto la domanda al momento giusto e con la giusta intonazione, in un tono che sarebbe suonato come confidenziale, ma con una punta di ironia; così, conviti dell'innocenza della domanda, probabilmente anche voi avreste risposto.
E quando non era possibile avere un risposta verbale, Francesca era brava a trovare qualche stratagemma trovare la risposta da sè. Doveva solo aspettare il momento opportuno per mettere alla prova le sue vittime. Con i suoi occhietti vigili teneva monitorata la situazione e quando vedeva che c'era la possibilità di solleticare la malcapitata preda, era raro che se la lasciasse scappare. Osservandola solo per poche ore, avreste visto quanto facilmente trovava un pretesto per mettere le mani su qualche amica: avreste visto, ad esempio, volta una sua amica alla cassa del bar che insisteva per pagare entrambi i cocktail, mentre Francesca sosteneva che era il suo turno di pagare il conto. E come avrebbe potuto fare per impedire all'amica di prendere il portafoglio dalla borsetta? Stando dietro di lei era stato semplicissimo affondare le sue dita solleticatrici nei fianchi indifesi dell'amica che per di più non si aspettava l'attacco. Oppure qualcuna delle sue amiche vi avrebbe raccontato di una delle non poche volte in cui, per organizzare un'uscita tra ragazze, la scelta su chi avrebbe dovuto guidare, era terimata con Francesca seduta sul sedile del passeggero e le risate dell'amica raggomitolata sull'asfalto dopo uno dei suoi tremendi attacchi di solletico.
Spesso Francesca amava avvicinarsi alle spalle, e poggiare non vista entrambe le mani sui fianchi della malcapitata vittima. Quando la ragazza si sentiva afferrare per i fianchi capiva immediatamente cosa le sarebbe toccato, ma ormai le stato impossibile difendersi. Francesca percepiva lo stato di rassegnazione dell'amica e prima di iniziare a solleticarla, attendeva volutamente qualche istante, solamente per darle tempo di implorare di essere risparmiata. Cosa che non avveniva mai e puntualmente la ragazza di turno veniva solleticata fino a ritrovarsi senza fiato e in ginocchio, oppure rannicchiate sul pavimento.
Naturalmente tutti questi gesti era visto dalle amiche come una serie di dispetti innocenti. Nessuna di loro aveva idea dell'eccitazione che Francesca provava nel torturarle e di vederle annaspare sotto le sue abili dita solleticatrici, e nel sentire le loro risatine sconnesse.
Francesca lavora in un piccolo ufficio di consulenza e formazione, nel quale svolgeva il ruolo da segreteria e come tale si conformava a molti stereotipi della sua professione: sul lavoro l'avreste sempre vista impeccabile e puntuale, affabile con tutti, ed era particolarmente brava a parlare con i clienti sia nelle conversazioni di lavoro sia di persona quando i clienti venivano presso la loro sede; ad ognuno di loro riservava sempre un sincero sorriso di benvenuto ed una buona parola. Tutta questa cortesia, unita ad un buon caffè caldo, che la ragazza sempre si premurava di preparare, ponevano sempre il cliente nel giusto stato d'animo per affrontare nel migliore dei modi qualsiasi questione lavorativa, anche la più difficile.
Francesca in ufficio era la ragazza più giovane, me nonostante questo era probabilmente quella più in gamba, quella cioè che doveva ricevere i clienti più importanti e che doveva affrontare le questioni più delicate.
L'ufficio dove lavorava Francesca apparteneva ad una grande azienda, ed insieme a lei lavoravano altre tre giovani ragazze, tutte come segretarie. Francesca aveva stretto rapidamente amicizia con tutte loro al punto che, oltre ad andare essere affiatate aiutandosi l'un l'altra sul posto di lavoro, si sentivamo spesso anche fuori dall'ufficio e talvolta si vedevano la sera o nel fine settimana. Dopo quello che vi ho raccontato di Francesca, non vi sarà difficile ipotizzare che la ragazza si divertisse a solleticare le colleghe, così come vi ho detto che faceva con le amiche. E potreste anche immaginare che, trascorrendo fianco a fianco con loro otto ore al giorno, le occasioni di farlo non le mancassero. In realtà Francesca in ufficio non faceva nulla di tutto questo: sul posto di lavoro si era imposta di dimostrare massima professionalità, astenendosi dai suoi soliti dispetti. Non voglio dire che Francesca non provasse il desiderio di torturare, almeno un po', le sue colleghe. La ragazza in effetti provava questo impulso quotidianamente, ma era anche una ragazza molto determinata e come si era imposta di non coinvolgere mai nessuna delle sue colleghe nei suoi solleticosi dispetti, così fece.
A questo punto forse vi starete chiedendo perché ho cambiato argomento e vi sto adesso parlando del lavoro che svolgeva Francesca. Io stessa devo ammettere di avevi visti più coinvolti quando vi parlavo dei dispetti, che poi solo dispetti non sono, che Francesca faceva alle sue amiche. Ma non per questo ho ritenuto di trascurare il contesto lavorativo in cui viveva la ragazza. Non ho proprio potuto evitarlo perché è proprio tra le colleghe dell'ufficio che Francesca conobbe quella che sarebbe diventata la compagna perfetta per dare dare sfogo ai suoi impulsi solleticosi, anche quelli più perfidi, cosa che non le era stato possibile fare in passato con nessuna delle sue amiche.
Forse ora alcuni di voi staranno obiettando che avevo detto, giusto qualche riga prima di quella che state leggendo adesso, che Francesca si era astenuta dal fare qualsiasi dispetto alle colleghe di lavoro. Ricordo bene di averlo scritto, ma in questo caso devo ammettere di avervi dato un'informazione imprecisa. Forse ricorderete anche che vi ho detto che Francesca, con i suoi 22 anni, era la ragazza più giovane dell'ufficio. Ed anche in questo caso ho detto qualcosa di impreciso. In realtà tutto quello che ho detto era vero, ma era vero solo inizialmente, cioè fino a quando venne assunta in azienda una nuova segretaria, una ragazza di soli 19 anni, che avrebbe lavorato nello stesso ufficio dove lavorava Francesca.
La prima volta che Francesca vide la nuova segretaria fu, ovviamente, il giorno della sua assunzione. Quando le due ragazze si strinsero la mano per presentarsi, Francesca provò una strana e piacevole sensazione dentro di lei, come se qualcosa le dicesse che sarebbero presto diventate ottime amiche e che sarebbero andate molto d'accordo. Incrociando lo sguardo della ragazza, Francesca sentì un brivido alla schiena e non poté trattenere uno sorriso che molti di voi avrebbero considerato eccessivamente malizioso da esibire sul posto lavoro; la nuova segretaria le sorrise allo stesso modo.
TO BE CONTINUED
Last edited: