Provo a rispondere, con questo nuovo thread, ad una tua domanda più che legittima.
Il solletico è presentato in neuropsichiatria infantile come una TECNICA DI ESPLORAZIONE DELL'ALTRO.
Il bambino piccolo riceve stimoli e sensazioni dal tocco dell'adulto, ma non solo.
Il bambino attraversa la "fase orale" (esplora portando tutto alla bocca) come prima tecnica di apprendimento. Prima necessità dell'apprendimento: Distinguere cosa sono io e cosa non sono io. Succhio la mia mano, il mio piede, il mio ginocchio e ho la percezione del mio corpo. Succhio il dito della mamma e non ho la percezione del mio corpo. Deduzione: La mia mano è parte di me, il dito della mamma non è parte di me. Il bambino così riconosce ciò che Freud descrive come l'IO e lo separa dal NON IO. Ci siamo fino a qui?
Il solletico entra in gioco più avanti, quando il bambino ha già interiorizzato la differenza tra se e l'altro, ma non conosce ancora del tutto l'effetto delle proprie azioni sull'altro. E, curioso, comincia a sperimentare cosa succede se....
Infatti il solletico è nel bambino piccolo indirizzato e ricercato in maniera generica sull'altro, sia esso genitore, amico, sorella, compagno di classe ecc.
Nella prima adolescenza invece, con il raggiungimento di una più alta maturità individuale, il solletico è maggiormente condizionato dall'orientamento sessuale della persona. Perciò i maschi tendono a ricercarlo maggiormente nelle femmine e viceversa. Questo non significa che un ragazzino che solletica l'amico maschio sia da considerare necessariamente omosessuale. Piuttosto condizionato, nella propria memoria e nel proprio DNA, da aspetti del solletico più direttamente riconducibili alla fase infantile. Chi, come maschio, ama il solletico solo sulle donne, è possibile che lo abbia scoperto più tardi rispetto a chi lo ama su chiunque. Tutto qui.
Perciò non farei battute sul frocio, finocchio che solletica gli uomini. Piuttosto sul soggetto psicologicamente "bambino", che scoprendo il solletico in un periodo della sua vita molto precoce, lo collega ad aspetti più imitativi ed esplorativi.
Chi si confronta con il solletico in età più avanzata, tenderà a collegarlo in maniera più diretta all'ebrezza, all'eccitazione sessuale e a provare maggior disgusto verso soggetti del proprio sesso.
E come avrete notato, se è più frequente vedere ragazze a braccetto di ragazze rispetto a maschietti a braccetto di maschietti, allo stesso modo è più frequente vedere ragazze che solleticano ragazze, rispetto a maschi che solleticano maschi.
O mi sbaglio?
In ogni caso tutto risale alla nostra infanzia: Pensaci bene anche tu, Traiano, e qualche ricordo significativo ti schiarirà le idee!
Abbracci e solletico a tutti,
Marick.
Il solletico è presentato in neuropsichiatria infantile come una TECNICA DI ESPLORAZIONE DELL'ALTRO.
Il bambino piccolo riceve stimoli e sensazioni dal tocco dell'adulto, ma non solo.
Il bambino attraversa la "fase orale" (esplora portando tutto alla bocca) come prima tecnica di apprendimento. Prima necessità dell'apprendimento: Distinguere cosa sono io e cosa non sono io. Succhio la mia mano, il mio piede, il mio ginocchio e ho la percezione del mio corpo. Succhio il dito della mamma e non ho la percezione del mio corpo. Deduzione: La mia mano è parte di me, il dito della mamma non è parte di me. Il bambino così riconosce ciò che Freud descrive come l'IO e lo separa dal NON IO. Ci siamo fino a qui?
Il solletico entra in gioco più avanti, quando il bambino ha già interiorizzato la differenza tra se e l'altro, ma non conosce ancora del tutto l'effetto delle proprie azioni sull'altro. E, curioso, comincia a sperimentare cosa succede se....
Infatti il solletico è nel bambino piccolo indirizzato e ricercato in maniera generica sull'altro, sia esso genitore, amico, sorella, compagno di classe ecc.
Nella prima adolescenza invece, con il raggiungimento di una più alta maturità individuale, il solletico è maggiormente condizionato dall'orientamento sessuale della persona. Perciò i maschi tendono a ricercarlo maggiormente nelle femmine e viceversa. Questo non significa che un ragazzino che solletica l'amico maschio sia da considerare necessariamente omosessuale. Piuttosto condizionato, nella propria memoria e nel proprio DNA, da aspetti del solletico più direttamente riconducibili alla fase infantile. Chi, come maschio, ama il solletico solo sulle donne, è possibile che lo abbia scoperto più tardi rispetto a chi lo ama su chiunque. Tutto qui.
Perciò non farei battute sul frocio, finocchio che solletica gli uomini. Piuttosto sul soggetto psicologicamente "bambino", che scoprendo il solletico in un periodo della sua vita molto precoce, lo collega ad aspetti più imitativi ed esplorativi.
Chi si confronta con il solletico in età più avanzata, tenderà a collegarlo in maniera più diretta all'ebrezza, all'eccitazione sessuale e a provare maggior disgusto verso soggetti del proprio sesso.
E come avrete notato, se è più frequente vedere ragazze a braccetto di ragazze rispetto a maschietti a braccetto di maschietti, allo stesso modo è più frequente vedere ragazze che solleticano ragazze, rispetto a maschi che solleticano maschi.
O mi sbaglio?
In ogni caso tutto risale alla nostra infanzia: Pensaci bene anche tu, Traiano, e qualche ricordo significativo ti schiarirà le idee!
Abbracci e solletico a tutti,
Marick.