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Resistance 2

Antomarcya

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Jul 29, 2013
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Paola


Il campanello suonò solo cinque volte.
"benvenuta!" Disse sorridendo Monica. Era il 5 Luglio del 2115; ed erano passati otto giorni dalla sfida precedente. Il lasso di tempo fra una sfida e l’altra doveva essere di soli due giorni, ma impegni vari dei membri del Gruppo delle Solleticatrici Folli, aveva fatto slittare la sfida di sei giorni. La rossa indossava un body azzurro, degli short dello stesso colore, ai piedi calzava delle deocs blu notte. ( Le deocs nel 2099 aveva acquistato e fuso le maggiori industrie di calzature, instaurando, di fatto, un monopolio mondiale), quelle portate da Monica, erano delle calzature da casa, o come si diceva nel ventesimo secolo, delle ciabatte.
La ragazza dagli occhi azzurri sulla soglia, ad un cenno di Monica, sorrise ed entrò. I suoi capelli neri erano raccolti in una piccola coda di cavallo, la bellezza del suo viso era innegabile. Il suo corpo era snello, ma tornito. Per questo motivo, oltre all’avvocato professione che svolgeva da tre anni:
( due di praticantato), nonostante avesse solo 27 anni. Lavorava anche come fotomodella dove le sue forme erano apprestate e valorizzate dai fotografi. Mentre aveva lasciato perdere l’idea di sfilare perché non sopportava di essere definita grassa, in modo più o meno diretto dagli stilisti. “Grassa”, solo il pensiero la faceva divertire. Era taglia 40, pesava 58 kg per un 171 d’altezza senza tacchi; con i tacchi raggiungeva il 185. Nelle serate in qui doveva stare in tiro. Paola, era fiera della sua avvenenza ed era lusingata dell’ammirazione e del desiderio degli uomini: sia che erano altri colleghi avvocati o suoi clienti. In quei casi ne era molto divertita, nel rendersi conto che un suo cliente di cinquant’anni con folta barba striato di bianco, le sbirciava da sotto il tavolo, le gambe, fasciate in un tajier molto corto. Spesso si divertiva a stuzzicare il cliente, facendo dondolare la scarpa destra, in modo lento e sinuoso. A quel punto i clienti travolti dai loro desideri e pulsioni, finirono per accettare un onorario molto alto. Il suo abbigliamento per la sfida era composto da una canotta verde, dei pantaloni grigi di lino corti e molto attillati. Scarpe bianche dal tacco, in quell’occasione di soli 5 centimetri.
"vuoi passare subito alla sfida, o ti va un aperitivo?" Paola, sorrise portandosi la lingua sul lato sinistro delle labbra e alzò l’indice del medesimo lato. "vada per l’aperitivo! Non c è fretta per la sfida." Le due andarono in cucina, la luce si accese con uno schiocco di dita di Monica. "accomodati pure", Monica, indicò il tavolo in nickel alla sua sinistra. Due sedie del medesimo materiale erano poste ai due lati opposti del tavolo. Paola, scelse la sedia di fronte alla porta della cucina. Con movimenti rapidi, ma aggraziati si accomodò. Monica, fece lo stesso all’altra sedia. La ragazza appoggiò il palmo della mano destra sulla rientranza del frigo da muro e il frigo si aprì. Il frigo da muro era cinquanta centimetri per cinquanta ed alla vista era pieno di aperitivi Brek, la nuova marca nata dalla fusione di tre marche del ventesimo secolo. Esisteva anche una versione leggermente alcolica. Monica, prese due analcolici e li posò sul tavolo. "chiuditi." Esclamò la ragazza e il frigo da muro si chiuse. Monica, fece scorrere la mano sulla parte finale del tavolo; sul lato destro e si aprì un vano dove la giovane prese un cavatappi color argento sempre di nickel. Lo appoggiò sul tappo dell’aperitivo che saltò in maniera dolce dalla bottiglietta. Fece la stessa cosa con l’altra bottiglietta. I due aperitivi erano cosi aperti. Monica, si sporse verso la credenza di colore blu, come il colore dominante dell’intera cucina. Fece l’occhiolino e la credenza si aprì con le due porte che scivolarono verso l’interno. Monica, prese due bicchieri di colore verde. Paola, nel mentre aspettava con le mani incrociate dietro la testa, la perfetta linea delle sue ascelle era in bella mostra. Monica, se ne accorse e le fissò le ascelle per vari minuti. Paola, rise brevemente. "lo so che vuoi farmi il solletico e ti confermo che alle ascelle lo soffro moltissimo, ma non rido." Monica, scosse la testa divertita. "no figurati, non stavo pensando al farti il solletico, non sono cosi fissata. Ti ammiravo, hai delle ascelle perfette. Chiariamo sono etero ed amo i ragazzi, ma sono anche una cultrice della bellezza e quindi se una ragazza è bella o ha parti del corpo perfette, non mi faccio problemi a dirlo."
(Nel 22 secolo, l’Italia aveva superato il pregiudizio su chi non era etero, erano consentiti i matrimoni fra persone dello stesso sesso e chi conviveva, etero o altro, avevano gli stessi diritti di chi era sposato: pensione in caso di morte del compagno-a, eredità ecc…).
Monica, versò i due aperitivi. "come lo vuoi l’aperitivo? Liscio o con ghiaccio e una fetta d’arancia?" Paola, abbassò le braccia. "liscissimo, senza nulla." La rossa glielo passò: Paola, afferrò il bicchiere e con un cenno iniziò a sorseggiarlo. Monica, fece lo stesso con il suo aperitivo, con ghiaccio e fetta d’arancio.
"come ti sei vestita a carnevale?" Disse Paola, con il bicchiere d’aperitivo in mano, quasi finito. Monica, con un ultimo sorso finì il suo e posò il bicchiere sul tavolo. "ero vestita come Lara Croft, grazie al mio fisico atletico sembravo una Lara, rossa con cicatrice." Paola, agitò il dito nell’aria. "la conosco era la protagonista di un videogioco, multi console del ventesimo secolo." Le due si alzarono e raggiunsero la stanza del gioco.


Paola, osservava Monica, legata sulla lettiga, la stessa dove era stata legata Debora; anche la posizione era la medesima.
"sei pronta a ridere?" Monica Disse, con un sorrisino beffardo.
"vuoi sentirmi ridere? Ah ah ah ah ah ah…" Rise d’improvviso Paola, a bocca aperta, con la testa all’indietro. "questa cara Monica, è l’unica risata che questa sera sentirai da me." Le parole di Paola, suonavano ironiche come la sua risata. "mi ripeto cara rossa, soffro molto il solletico ma non rido, semplice da capire." Senza pronunciare più parole Monica, si lanciò sulle ascelle di Paola, muovendo in modo vorticoso tutte e dieci le dita e con questo movimento percorreva tutto il perimetro delle ascelle, rimanendo qualche secondo in più sul centro di esse. Il punto di partenza cambiava sempre: delle volte la danza di dita partiva dall’alto verso il basso altre volte dal basso verso l’alto. Paola, si contorceva come un’ossessa, inarcava la schiena, fino a dove poteva, sul suo viso c’era un’espressione divertita. La ragazza provava brividi lungo la schiena pungenti come scosse, sentiva lo stomaco contorcersi come se una rana ci stesse ballando il tip tap, ma le sensazioni procurate dal solletico finivano qui, non c’era nessun senso di ilarità che montava in lei. Paola, sudò per l’effetto della tortura, mentre si contorceva si rese conto che mai nessuno l’aveva mai solleticata in quel modo cosi a lungo. Senza che se ne rendesse conto Paola, iniziò a dire: "mi fai il solletico! Soffro il solletico!! Smettila dai! Basta! Basta! Ferma! Mi fai il solletico!" Queste parole Paola, le pronunciava ogni trenta secondi, ma ancora nessuna risata, nemmeno un accenno. Fino a quel momento erano passati cinque minuti di solletico deciso: Monica, continuò. Paola, si contorceva come attraversata da forti scosse elettriche, agitava la testa da una parte all’altra, ma nessuna risata, nemmeno minima. Se Debora, fosse stata sottoposta ad un solletico cosi deciso, la sua resistenza sarebbe crollata in meno di trenta secondi; con lei Monica, aveva usato il fioretto, con Paola, invece stava usando la sciabola. "facciamola finita…ghiri, ghiri, ghiri…lasciata andare, ridi, ridi, ti sentirai meglio, fidati…ghiri, ghiri, ghiri, ghiri…da su lasciati andare….ghiri, ghiri, ghiri, ghiri….." Le dita di Monica, danzavano ancora più veloci. La sensazione di solletico aumentò moltissimo in Paola, che oltre ad esplodere sul lettino, tanto saltava, iniziò a dire in modo ossessivo, come una cantilena: "basta! Mi fai il solletico…mi fai il solletico! Basta! Divento pazza…divento pazza! Smetti…smetti..smetti!! Non resisto più…non resisto più! Mi da troppo fastidio…mi da fastidio! Mi fai il solletico…mi fai il solletico…mi fai il solletico!! Smetti ti prego!"
"ridi e smetterò." Paola, scosse la testa, mentre sobbalzava sul lettino. "non rido, te l’ho detto cazzo! Il solletico non mi fa ridere, ma mi da fastidio da morire!" Monica, aumentò ancora la velocità della danza di dita, le facevano male per lo sforzo, ma continuò come se niente fosse. Paola, muoveva la testa talmente veloce, che dalla bocca perse della saliva e continuava a ripetere. "basta solletico! Divento pazza…divento pazza….il solletico….mi fai il solletico…basta…basta…non reggo più….basta….soffro il solletico…ti prego…ti prego smetti….basta..basta…basta..basta…" Il cronometro suonò. Monica, fermò le dita che prese a massaggiarsi. Paola, come ad una bambola che tagliano i fili, crollò sul lettino ansimando per lo sforzo derivato dall’immane fastidio, appena provato. Monica, rimase vari minuti a massaggiarsi le dita, poi inizio ad applaudire, gli applausi continuarono ben oltre il minuto. "complimenti, hai resistito tutti i venti minuti, sei la seconda a sostenere la sfida, ma sei la prima nella classifica generale. Debora, a retto solo otto minuti." Monica, iniziò a slegarla. "grazie ma il mio segreto è semplice fra le varie sensazioni che mi procura il solletico la risata non è fra queste." Una volta slegata Paola, rimase per qualche minuto ancora sul lettino, con le braccia dietro la testa. La sua canotta era completamente zuppa di sudore, gocce di sudore si potevano notare anche sulle ascelle della ragazza e sul suo collo. Paola, scattò in piedi e disse. "vado a farmi una doccia, odio essere piena di sudore!"
 
Bello! Scritto in modo piacevole, abbastanza corto da poter essere letto senza impegno ma con abbastanza sostanza per piacere ;)

Pensi di continuare con questa "serie"?

En passant, apprezzo come per una volta, in questo forum, si parli più di solletico alle ascelle che ai piedi....

Continua così!!
 
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