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esperienza personale

Eh no, non si può eccepire...ci eravamo messi d'accordo PRIMA della canna su quello che sarebbe accaduto dopo, quindi sacrificandosi per la scienza se la fumavano mentre io paziente attendevo e al termine via alla ricerca...
Insomma era tutto nero su bianco...guarda che che sono esperimenti seri mica cazzabubbole!!! :D

Skerzi a parte ho sempre gestito molto apertamente il solletico con le mie amiche o ragazze, quindi la collaborazione non è mai è venuta a mancare perkè frutto della volontarietà...ammetto però ke il pianto isterico drogato mi manca. :dropatear ;)
 
In effetti sono sempre stato diretto anche io...

...

Il disegno m'è tortato spesso utile, per rompere il ghiaccio.

...

:upsidedow
 
E' ke tra le diverse cose intelligenti ke hai detto, ultimamente hai centrato il punto una volta in più...dipende tutto da come ti poni sull'argomento.
Dei diecimila modi che ci sono l'unico ke non funziona è sul più bello dire "ah, sono un maniaco del solletico, posso fartelo a morte?"...non è ke ti guardano come fossi matto solo perkè lo nomini, uno riceverebbe lo stesso trattamento anke se entrando in un bar kiedesse alla prima ke capita "me la dai?" :yowzer:

Con un minimo di buon senso, in pratica non dico partecipino tutte, ma quasi.
Per rompere il ghiaccio io invece parto più spesso dal concetto di solletico come perdita di controllo (e relativa difficoltà a lasciarlo agli altri).
 
Intelligente? A me!? Come osi! Laverò l'onta col sangue!

...

La battuta sceglila tu, tanto ci sarà qualche pisquano che si inc*zzerà comunque, perchè in questo posto si parla di solletico, non di altro...

;)

...

Una volta l'ho provato anche io l'approccio del tipo "voglio solo farti il solletico", ma ho provocato unicamente terrore e sgomento.

:D

Forse l'ho già raccontato altrove, ma per me il metodo del "disegnatore in cerca di modella" non è andato poi male.
All'inizio fa un po' strano, ma dagli artisti ci si aspetta sempre un atteggiamento "bohèmienne".

Anche l'altro approccio, "voglio farti un tatuaggio", non è da buttare.
C'è sempre la ragazza che ama affollare il proprio diario di vignette e schifezze varie, quindi l'idea di diventare essa stessa un disegno la intriga.

...

Certo... ci vuole un po' di faccia di tolla, come dicono a Ragusa... ;)
Ma quella, nel momento del bisogno, di solito non mi manca.

...

Poi non so.
In questo momento sono sc*zzato. ;)
 
Beh come ho detto gli approcci funzionanti sono davvero parekki...un po' tutti quelli ke smitizzano invece di esaltare il fatto di fare o meno il solletico.
Alla fine, ma come è giusto ke sia, deve essere il contorno ad altro e non l'unico motivo per frequentare qualcuno, altrimenti come dicevi tempo fa tanto vale optare per le professioniste :D
Anke perkè per quanto la si possa girare e mescolare, prima o poi la gente se ne accorge di venire usata...e allora sono cazzi. :ignite:
 
Beh, oddio, di gente che accetta di farsi "usare" ce n'è.
Per avere compagnia, per stare insieme a qualcuno, si è disposti anche farsi manipolare un po'.
In entrambi i sensi.

Non siamo mica tutti inflessibili nei nostri principi...

Il problema è che relazioni del genere difficilmente durano a lungo.
O si annoia il manipolatore, o si stanca il manipolato - e anche senza un epilogo cruento, le storie così non durano all'infinito.

...

Più in generale, bisogna smitizzare il fine ultimo, sia esso il solletico, il sesso, o altro.
O ti costruisci un personaggio preciso, e punti tutto su quello - e può funzionare se hai le carte giuste - o se no ci vuole un certo equilibrio.
 
Sì io mi riferivo a quello, ke non durano in eterno, ecco perkè dicevo ke prima o poi a tirare la corda anke il più masokista comincia a palesare limiti...

E lo stesso pensiero riguardava la smitizizzazione (che parola orrenda ho nel mio corredo...) del fine ultimo, darci troppo peso ti rende terribilmente rigido ed antipatico.
Costruire un personaggio ke punta tutto su un lato solo si, può funzionare, ma a patto ke ci sia sempre l'effetto "novità"...ossia o punti ogni volta qualcuno nuovo, oppure diventi la macchietta più prevedibile del mondo in men ke non si dica (se resti nello stesso giro). Decisamente meglio, anke se molto più complicato come lavoro soprattutto interiore, l'equilibrio. (se possibile) :rotate:
 
Esatto, proprio la macchietta del villaggio.
Qualcosa che non tutti vorrebbero diventare.

...

Potrebbe funzionare in una città abbastanza vasta, dove ci sono un numero di persone e di locali abbastanza elevato da diluire la ripetitività del personaggio, e risultare appunto sempre "nuovi".

...

In fondo è quello che fanno alcuni nelle località di villeggiatura: puntano le turiste, e usano sempre lo stesso copione, come se fosse inedito.

...

Non è necessariamente un male; conosco persone che hanno elaborato il proprio personaggio ad arte, e sono ben coscienti della propria natura; riescono persino a scherzarci, e risultare divertenti.

Immagino che lo humour aiuti a stemperare la noia dei comportamenti ossessivi.
 
Beh, i mezzi con cui riusciamo a prenderci in giro per non vedere i nostri orrori sono così imponenti e raffinati da schiacciare qualsiasi reale superpotenza ;)
 
Non essere così categorico: la perfezione agostiniana non esiste. :)

Un satiro conscio della propria ossessione, che non si prende troppo sul serio, è comunque più simpatico di un santo inflessibile, che fa sempre e solo del bene. ;)

Qualche volta l'inganno rende più sopportabile la realtà.
 
Naaaa a ki stanno simpatici i santi?! :D

Però essere ossessionati da una cosa e non prendersi contemporaneamente davvero sul serio la vedo ardua - già occuparsi di metter su la macchietta è un bel lavoro e le frustrazioni quando le cose non vanno lisce come dovrebbero sono inevitabili.

Premetto che in passato sono stato macchietta pure io, ma un po' come tutti quelli che cercano una dimensione alla fine...ragionandoci nel tempo, sono giunto alla conclusione di preferire il fatto di vivere le cose e basta, se arrivano bene, altrimenti è bello esser stupiti ed esercitarsi all'elasticità.
La macchietta anche arriverà al bersaglio, ma con il banale effetto catena di montaggio; come abbiamo osservato più volte, il solletico per essere gustato pienamente e in libertà ha bisogno di una persona intorno e non il contrario.

Una macchietta deve per forza kiedere prestazioni entro certi limiti, se osi troppo per quanto simpatico diventi inquietante. Dentro un rapporto in cui il solletico è solo una delle varianti, c'è fiducia ke arriva anke da altro e paradossalmente puoi sfogarti in modo infinitamente più perversi se c'è lo spazio - il ke ha poco a ke fare con la santità. :D

Concordo sul fatto ke la perfezione non esista, ma esiste la piena soddisfazione del proprio essere e dei propri desideri e credo passi solo attraverso una profonda consapevolezza dei propri limiti....però con il tentativo seguente di superarli, non costruendoci dentro una comoda ma ingabbiante nicchia.

Poi questo è quello ke penso io, non potendo più non vedere certe cose di me...nel frattempo l'ottusità di certo alleggerisce la vita fino a quando non si impara a gestire quello ke salta agli okki. ;)
 
Non so se sia ottusità: forse in un certo senso diventare consapevoli della propria ossessione diventa liberatorio.

Non fai più finta di volere altro, non devi più inventare scuse per ottenere quello che vuoi. Certo, alla fine è chiaro che o ti accontenti di quello che passa il convento, oppure paghi per avere esattamente quello che desideri.

Ah, non sto parlando del solletico in sè, che è un'ossessione strana ma relativamente innocua; parlo in generale di sesso e derivati.

...

Noto che per te la consapevolezza è una tappa importante nel processo di autocoscienza, e che fa parte di un più ampio cammino verso il miglioramento personale.

E' un'ottica interessante.
In qualche modo illuministica.
 
Sì era kiaro, il concetto di cui stiamo parlando ormai trascende il solletico di per sé, è una cosa più generale.

Per quanto riguarda la consapevolezza, hai capito pienamente quello ke penso...visto ke il raggiungimento dellla piena consapevolezza è un'utopia ed essa assomiglia piuttosto ad un processo continuo, la finalità più alla portata è un miglioramento personale a 360°, senza troppe tappe e programmi.
Miglioramento ke essendo difficilmente "quantificabile", può tradursi nel (si spererebbe) sempre maggior numero di situazioni ke si riescono a vivere "liberamente", non tanto nei confronti del giudizio altrui,ma soprattutto delle aspettative e delle angosce personali.
Effettivamente, più ke di quanto siano deludenti gli altri, io tendo a preoccuparmi delle gabbiette in cui ci infiliamo da soli per paura di essere "altro".
Ma il mondo è pieno di cose interessanti, ke spreco fissarsi su una sola. ;)
 
E' un'impostazione positivista, con una sana venatura pragmatica.
Non la condivido, ma penso che aiuti a vivere.

...

Io sono un po' più pessimista. ;)
C'è sempre l'imponderabile, che scardina ogni nostro piano, e che spazza via il cammino che abbiamo fatto, sconvolgendo le certezze che credevamo di aver maturato.

...

Ecco perchè, secondo me, l'autoironia aiuta di più dell'autocoscienza.
Un eccesso di autocoscienza può portare all'autocommiserazione.

L'autoironia in qualche modo ci ricorda che la nostra esistenza è un castello di carte, e vale sempre la pena ricostruirlo da capo, tanto per vedere come viene su.

...

;)
 
Curioso come pensiamo le stesse cose ma in forma scritta la comprensione è un po' più complicata :)

Dicendo ke il cammino lo vedo senza troppe tappe e programmi o che è divertente esercitare l'elasticità, intendo proprio ke per quanto uno si impegni le cose non vanno mai come previsto,quindi...meglio esercitarsi nel non essere mai qualcosa di cristallizzato, ma in continuo mutamento.
Il ke per esteso rende implicito il non prendersi troppo sul serio, nel momento in cui dici "ah ok il trucco è questo" oppure "ora mi è kiaro, a me piace questo questo e questo" ti sei appena fregato da solo.

Il risultato qual è? Ke la vita è troppo complessa per fissarsi su poke cose e farne una tragedia se non vanno, alla fine l'importante e saper sempre ricominciare da capo.
Ed è più facile se vivi le cose per il momento...in fondo tutto va e viene, per essere sereni basterebbe rendersene conto e saltare da un'onda all'altra piuttosto ke fare la veglia a quello ke si perde (o vivere nell'ansia di perderla).

C'è pure un fondo vagamente mistico nella mia ottica illuminista: ama tutto, ma con distacco (non nell'accezione del non darti mai fino in fondo; al contrario del dare il 100% pur essendo consapevole ke per mille motivi potrebbe non portare a nulla o la situazione interrompersi) - pensare di poter controllare il mondo è un'illusione lusinghiera per tutti noi, ma impossible; per quello preferisco provare a gestire almeno me stesso, senza troppo stress ;)
 
Buona gestione.
Io continuo a vegliare sulle rovine.

:rolleyes:
 
:D

6 un grande.
E soprattutto, metti in pratica quello di cui parli (o il contrario) - vedi autoironia.
E' una grande soddisfazione, anke se si possono avere idee diverse, parlare con qualcuno ke sa quello ke dice.

Alla prossima avventura filosofica, vado a zogàr balòn (in italiano, giuocare al calcio) :)
 
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